Tesori svelati
Il deposito visitabile del Museo Irpino custodisce per la maggior parte reperti archeologici, alcuni appartenenti alla collezione Zigarelli, altri provenienti da tutto il territorio della provincia, in particolare dall’area della Mefite, dalle valli d’Ansanto e dagli scavi degli insediamenti romani di Aeclanum e di Abellinum.
Oltre ai beni archeologici, si conservano anche altri nuclei di materiali di notevole interesse artistico e demo-etno- antropologico. Una raccolta interessante è quella costituita dalle ceramiche realizzate dall’Istituto d’Arte di Avellino agli inizi del XX secolo, tra cui spicca, per fattura e per stile, una serie di prodotti detti “all’etrusca” e “alla greca”.
Di notevole pregio è la ricca collezione di armi, formatasi negli anni trenta del XX secolo, a seguito di alcune donazioni pervenute al nascente Museo Irpino. Composta ad oggi da circa 150 pezzi, comprende armamenti civili realizzati da abili maestri armieri campani, tra i quali spiccano i la Bruna, i Venditti e i D’Auria di Lancusi, attivi tra il Settecento e l’Ottocento; armi militari realizzate presso la Fabbrica Reale di Napoli; armi di provenienza straniera tra cui una serie di rivoltelle ad aghi di fabbricazione belga e francese o armi bianche, come spade, sciabole e coltelli, di provenienza spagnola, francese, tedesca, ottomana o addirittura africana. Completa l’esposizione all’interno del deposito la preziosa collezione Salomone, una raccolta di oggetti di varia natura, donati nel 1935 da Giuseppe Salomone, colonnello medico di Marina a riposo e provenienti da tutto il mondo (Cina, Giappone, Sud America e Medio Oriente). Tra ceramiche e cimeli vari, reperti particolarmente insoliti da vedere sono i Cuchimilchi, statuette antropomorfe prodotte dalla cultura precolombiana detta Chancay, sviluppatasi sulla costa centrale del Perù tra il 1200 e il 1450 d.C.