Kilij (sciabola turca)

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OGGETTO
Kilij (sciabola turca)
MATERIA E TECNICA
Acciaio damasco/ ottone/ forgiatura/ intarsio (koftgari)
PROVENIENZA
Turchia
DATAZIONE
fine sec. XVII
MISURE
cm lungh. 85
INVENTARIO
n. 1281
COLLOCAZIONE
Carcere Borbonico
SEZIONE
Deposito
SALA
10
DONAZIONE
conte De Toledo Alvarez, Podestà di Avella, 1935

Il termine Kilij deriva dal turco e significa “spada”.
È l’arma bianca più comunemente associata all’etnia dei Turchi, in uso presso gli eserciti di tutti i regni e gli imperi creati da quelle genti: dall’Impero selgiuchide all’Impero ottomano, passando per i vari potentati mamelucchi sino all’Impero Moghul.
Costituisce il modello di riferimento della scimitarra ed è considerata la base di sviluppo della shamshir (scimitarra) persiana, dalla quale sarebbe derivata la sciabola occidentale.
La lama, detta naml, si presenta fortemente ricurva, monofilare e con un marcato controtaglio. Realizzata perlopiù in acciaio “damasco” (detto così perché caratterizzato da motivi ondulati), può presentare decorazioni ad agemina e koftgari (intarsio) sul “forte” ossia sulla parte più alta, o su tutta l’estensione.
L’ impugnatura, detta balçaksi, è “a manico di pistola”, controcurva rispetto alla lama.
Il kilij esposto presenta sul forte della lama, su entrambi i lati, iscrizioni in cufico (antica scrittura araba), che sono preghiere per Allah. Un’iscrizione in turco o in persiano è presente anche sulla parte laterale della lama.

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