Denario degli insorti italici con scena di giuramento (IIII)
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OGGETTO
Denario degli insorti italici con scena di giuramento (IIII)
AUTORITÀ EMITTENTE
Insorti italici
MATERIA E TECNICA
Argento / Coniazione
PROVENIENZA
Incerta
ZECCA
Corfinium
DATAZIONE
91-87 a.C.
MISURE
Peso: 3,76 gr.; diam. 18 mm.
COLLOCAZIONE
Carcere Borbonico
SEZIONE
Deposito
SALA
10
D/ Testa laureata di Italia a sinistra con collana e orecchino. Dietro la nuca [ITALIA] R/ Otto guerrieri, quattro per parte, prestano giuramento con le spade puntate verso un maialino tenuto in braccio dal sacerdos faecialis inginocchiato dietro ad uno stendardo. In esergo, numero di controllo IIII.
Questo denario presenta al rovescio, in esergo, il numero di controllo IIII.
I numerali o lettere costituiscono sistemi, in questo caso piuttosto semplici e incompleti, di controllo dei diversi conii del rovescio. Se nella monetazione romana è assai comune l’uso delle lettere come sistema di controllo, più raro appare l’uso dei numerali.
Appare evidente che di fronte ad un aumento di richieste di pagamento per le truppe insorte i confederati dovettero sentire il bisogno di ampliare e disciplinare la propria monetazione. Essa non solo si rese indipendente da Roma, ma divenne anche più complessa per cui i ribelli pensarono di ricorrere a un sistema di controllo sui conii, disciplinando la stessa sequenza e forse cedendo un certo quantitativo di metallo da coniare ogni volta.